INTEGRATORE DETOX E DIFESE IMMUNITARIE: EPIPURA

EPIPURA

Tonnellate di rifiuti tossici sono prodotte ogni anno in tutto il mondo. L’esposizione giornaliera cronica può portare ad un loro accumulo: ingestione orale (alimenti, farmaci, additivi, pesticidi, xenobiotici) esposizione della pelle (cosmetici, prodotti agrochimici), aria inquinata (inquinamento atmosferico ed elettro-magnetico).

L’organismo è dotato di un sistema enzimatico di detossificazioneche neutralizza ed elimina in tre fasi tutte le sostanze diverse dai nutrienti (xenobiotici) come farmaci, tossine e cancerogeni. ll metabolismo degli xenobiotici comprende quindi tutta quella serie di passaggi che portano alla sua disattivazione ed escrezione.

Nella fase 1le tossine vengono attivate o restano inattivate, ad esempio gli enzimi di fase I convertono gli agenti pre-cancerogeni in agenti cancerogeni; nella fase 2vengono trasformate chimicamente per facilitare la loro escrezione; nella fase 3le sostanze tossiche vengono eliminate dal corpo nelle urine, nella bile, nelle feci. Importante quindi ottimizzare i propri processi detox.

INFORMAZIONI SUI SINGOLI COMPONENTI DI EPIPURA

Le informazioni riportate non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. E’ pertanto opportuno consultare il proprio medico curante e/o farmacista.
Gli integratori alimentari non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e di un sano stile di vita. Si raccomanda di non superare la dose giornaliera consigliata e di
tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni di età. Il prodotto è destinato agli adulti.

Peculiarità. BERGAVIT®: un estratto ricco di vitamine A, C e vitamine del gruppo B, terpeni ed è una fonte importante di flavonoidi. L’integrazione con polifenoli dal succo di bergamotto riduce i lipidi plasmatici e migliora il profilo delle lipoproteine. La frazione polifenolica in diversi studi ha dimostrato attività interessanti nel controllo degli effetti dell’invecchiamento. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) possiede un’attività significativa nell’abbassare i livelli di perossinitrito, con azione detossificante e antiossidante.

Tabella

Rheum Officinalis e.s. 5% Reina
Bergavit®  ( Citrus Bergamia)
N-Acetil-Cisteina
Zingiber Officinalis e.s. 5% Gingeroli
Cardo Mariano e.s. 70% in silimarina (Silybum marianum)
Vitamina E
Bioperina ® (Piper Nigrum)


MODALITA’ D’USO:
 2 cpr/die, una cpr dopo pranzo o cena.

Non superare la dose giornaliera consigliata. Gli integratori alimentari non vanno usati come sostituti di una dieta variata ed equilibrata. Se si è in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti prima dell’eventuale uso del prodotto consultare il medico. Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni di età. Non concepito per l’uso durante la gravidanza o l’allattamento. Conservare in un luogo fresco e asciutto lontano da fonti di calore e luce. La data di scadenza si riferisce al prodotto integro e conservato correttamente.

CONFEZIONE: 60 compresse. Copre un mese di trattamento.

BERGAVIT TM

Il bergamotto (Citrus bergamia) è un agrumedel genere Citrus. Il bergamotto è un frutto ricco di vitamine A, C e vitamine del gruppo B, terpeni ed è una fonte importante di flavonoidi. Ha origine dall’ecoregione mediterranea (Italia meridionale, Calabria). L’integrazione con polifenoli dal succo di bergamotto riduce i lipidi plasmatici e migliora il profilo delle lipoproteine ​​in moderata iperlipidemia. La frazione polifenolica dell’estratto del frutto di bergamotto, un preparato a elevata concentrazione di flavonoidi (BPF 38%), in diversi studi ha dimostrato attività interessanti nel controllo degli effetti dell’invecchiamento. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) possiede un’attività significativa nell’abbassare i livelli di perossinitrito, associato all’azione citotossica dei radicali liberi formatisi in condizioni di stress ossidativo, con azione detossificante e antiossidante. Un recente studio di Nisticò e coll., prospetta l’utilità di formulazioni orali a base di bioflavonoidi del bergamotto per supportare la produzione endogena di antiossidanti con effetto protettivo, attraverso una modificazione dell’espressione di geni ad azione antiossidante e anti-infiammatoria. Inoltre, in un recente studio, i succhi di bergamotto di tre cultivar differenti (“fantastico”, “femminello” e “castagnaro”) sono stati studiati per la valutazione dei contenuti polifenolici e flavonoidi totali, delle attività antiossidanti del modello cell-free e delle proprietà antinvecchiamento in vitro su due diversi modelli cellulari. I profili fitochimici hanno confermato che i succhi erano ricchi di flavonoidi, sia flavoni che glucanidi. Inoltre, sono stati identificati due glicosidi limonoidi in tutte le cultivar. In un altro studio il citrus bergamia ha accelerato la clearance epatica delle gocce lipidiche e ridotto i trigliceridi nel sangue; ha migliorato la sensibilità all’insulina. È interessante notare che la sua supplementazione ha ridotto l’infiammazione epatica riducendo l’espressione di mRNA di interleuchina 6 (Il6) e aumentando l’interleukina-10 anti-infiammatoria.

In conclusione, il succo mostra una spiccata attività antiossidante correlata al contenuto fenolico e flavonoide, inducendo anche un effetto epigenetico, dato dall’aumento nella trascrizione dei geni coinvolti nelle risposte antiossidanti.

ZINGIBER OFFICINALIS

Lo zingiber officinalis, in italiano “zenzero”,è una pianta erbacea appartenente alle Zingiberaceae, originaria dell’Asia, di cui viene utilizzata in medicina la radice. Il rizoma contiene i principi attivi della pianta: un olio essenziale, prevalentemente composto da zingiberene, gingeroli, che determinano anche la titolazione degli estratti secchi e dagli shogaoli, oltre che da resine e mucillagini.

Uno dei principali impieghi dello zingiber è in gastroenterologia, nel trattamento delle dispepsie, della flatulenza, della pirosi, della nausea e della IBS Syndome. Ha un’azione antiossidante, che si affianca a quella anti-infiammatoria. Le proprietà anti-infiammatorie dello zingiber officinalis sono state approfondite fin dai primi anni settanta, grazie alla scoperta dei suoi effetti inibitori sulla biosintesi delle prostaglandine. Questa scoperta ha consentito di identificare lo zingiber come un medicinale vegetale, in grado di condividere proprietà farmacologiche con farmaci anti-infiammatori non steroidei. Lo zingiber sopprime la sintesi delle prostaglandine attraverso l’inibizione della ciclo-ossigenasi-1 e della ciclo-ossigenasi-2. Un’importante estensione di questo iniziale osservazione è stata la scoperta di come lo zenzero sopprima anche la biosintesi dei leucotrieni, indotta dalla inibizione della 5-lipo-ossigenasi. Questo aspetto farmacologico distingue lo zenzero rispetto ai tradizionali farmaci anti-infiammatori non steroidei. La caratterizzazione delle proprietà farmacologiche dello zenzero è entrata in una nuova fase con la scoperta che un suo estratto, in associazione con le Alpina galanga (famiglia Zingiberaceae), risulta essere in grado di inibire l’induzione di diversi geni coinvolti nella risposta infiammatoria.

Questa scoperta ha fornito la prima evidenza di come lo zenzero sia in grado di modulare vie biochimiche, di per sè attivate dall’infiammazione cronica. Quest’insieme di modalità con cui si estrinseca in vitro ed in vivo, in modelli animali e negli umani, l’attività dello zingiber officinalis, lo rende un prodotto ampiamente impiegabile nella medicina anti-aging in chiave sia detox che anti-infiammatoria e anti-glicante.

RHEUM OFFICINALIS

I  principi attivi contenuti nel rizoma sono composti antrachinonici e antranolici liberi e soprattutto in forma di derivati glucosidici, fra i quali il più importante è la reina. Fra i principi attivi secondari ci sono i tannini.

Il rizoma del rabarbaro è un regolatore delle funzioni digestive. A dosi basse stimola la secrezione gastrica e la secrezione biliare, pertanto ha proprietà carminative, digestive e detossificanti. È inoltre un blando lassativo. Studi clinici attribuiscono al rabarbaro anche una funzione antisettica nei confronti delle infezioni intestinali e, in virtù del contenuto in tannini, di decongestionante nelle irritazioni della mucosa intestinale. In vari studi scientifici è stato testato l’estratto di rabarbaro a conferma dell’ipotesi relata al suo effetto: la supplementazione con estratto di rabarbaro ha modificato l’ecosistema microbico a favore di Akkermansia muciniphila e Parabacteroides goldsteinii; ha migliorato la lesione epatica, riducendo i marcatori chiave degli stress infiammatori e ossidativi; nell’intestino, l’integrazione di rabarbaro ha aumentato la profondità della cripta, il peso del tessuto e l’espressione dei peptidi antimicrobici. Inoltre il Rabarbaro è un ottimo eupeptico e per questo ne è diffuso l’uso, ad esempio, negli amari alcolici.

CARDO MARIANO

Il sylibum marianum (cardo mariano)è una pianta erbacea biennale della famiglia delle Asteracee. Le principali componenti fitochimiche a cui sarebbe da ricondursi la sua azione vanno sotto al nome generico di flavolignani. Il suo fitocomplesso peculiare comprende svariati principi attivi quali: la silandrina, che interferisce sulla biosintesi dei trigliceridi, sulla attività della cicloossigenasi e che manifesta un’attività antiossidante;  la silimoina, che modula l’azione di quegli enzimi epatici capaci di inattivare ed eliminare molecole farmacologiche, alcool, xenobiotici, etc; la silibinina, che inibisce la biosintesi dei leucotrieni, intervenendo sul processo dell’infiammazione e che svolge un’azione antiossidante in quanto potenzia l’attività della superossido dismutasi e della perossidasi, grazie soprattutto all’aumento della concentrazione del glutatione.

L’azione generica è pertanto quella di stimolare l’eliminazione cellulare delle tossine e la riduzione della componente infiammatoria di base. La frazione flavonoidica più importante è data dalla silimarina, che è un insieme di flavonoidi quali la silidianina e la silicristina, entrambi caratterizzati da un’attività antiossidante e rigenerativa con spiccato tropismo verso gli epatociti, favorendone la rigenerazione.

Sotto il profilo della clinica, il sylibum marianum è utilizzato nel trattamento delle epatopatie di qualsivoglia origine in cui si sia venuto a determinare un danno anatomo-funzionale ed esercita un’azione rigeneratrice sull’epatocita, rendendolo maggiormente resistente nei confronti degli agenti epatotossici. Il beneficio a livello epatico è soprattutto da ascriversi alla silimarina, grazie alla sua azione antiossidante ed anti-infiammatoria. I danni dei radicali liberi alle strutture cellulari come le membrane provocano un maggior rilascio per lipolisi di acidi grassi della serie omega 6 come l’acido arachidonico; questo porta ad un aumento della sintesi dei principali mediatori delle infiammazioni, i leucotrieni, prodotti da una reazione catalizzata dalla lipossigenasi; la silimarina agisce come potente inibitore di questo enzima arrestando la decomposizione patologica dei lipidi di membrana e di  conseguenza la sintesi delle prostaglandine durante il processo infiammatorio.

NAC (N-acetil-cisteina)

La NAC o N-acetilcisteina è un precursore del Glutatione, che partecipa direttamente alla neutralizzazione dei radicali liberi, dei composti reattivi dell’ossigeno, e mantiene gli antiossidanti interni, come la vitamina C ed E, nella loro forma ridotta, cioè attiva. Inoltre, attraverso il processo di coniugazione diretta, detossifica molti xenobiotici; ha pertanto una grande capacità disintossicante, grazie alla sua facoltà di chelare (chelaggio = capacità di un elemento di legarsi ad un’altro) i metalli pesanti e tossici quali piombo, cadmio, mercurio ed alluminio, li trasporta via, eliminandoli dal corpo. Il Glutatione insieme con il selenio, forma l’enzima Glutatione perossidasi che ha sempre una funzione antiossidante, ma a livello intracellulare. L’Acetilcisteina nell’organismo libera la Cisteina, che va a costituire il Glutatione, rappresenta quindi una modalità “indiretta” di favorire la sua biosintesi e quindi di potersi giovare dei vantaggi legati alla sua formazione.

L’acetilcisteina riduce inoltre i livelli plasmatici di omocisteina; potrebbe perciò potenzialmente risultare benefica nei pazienti con omocistinuria, che sono ad alto rischio tromboembolico. L’acetilcisteina su un modello animale mostra di inibire l’attività dei  fibromiociti cardiaci causa di fibrosi cardiaca in corso di cardiomiopatia ipertrofica. Le azioni dell’acetilcisteina si esplicano anche sulla cute, con un’azione di inibizione (scavenging) dei ROS (Radicali Liberi dell’Ossigeno), contrastandone l’aumento, che altrimenti andrebbe a favorire un precoce invecchiamento delle sue strutture più profonde della pelle.

In sintesi protegge l’organo epatico (azione detox), mantenendo i livelli di glutatione e incrementando il metabolismo ossidativo. Inoltre, si è dimostrata efficace anche come agente anti-apoptotico (cioè contrasta la morte cellulare); in particolare salvaguardia le cellule nervose e quelle del pancreas. Ulteriori ricerche la promuovono come cardioprotettivo e nella terapia del diabete.

VITAMINA E

La vitamina E è ampiamente distribuita in natura e rappresenta una efficace arma contro la lipo-perossidazione delle membrane cellulari, con azione quindi antiossidante e protettiva dell’integrità delle membrane cellulari. E’ inoltre in grado di bloccare la propagazione delle reazioni ossidative. A tutti gli effetti è scientificamente dimostrato come la vitamina E contribuisca alla protezione dei costituenti cellulari dal danno ossidativo anche a livello della pelle.

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